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La grande migrazione transoceanica verso il Brasile che ha interessato la popolazione italiana tra XIX e XX secolo è stata caratterizzata dalla partecipazione di moltissimi giovani anarchici. Il volume indaga il significato e le conseguenze di questo fenomeno nelle storie dei due paesi, ricostruendo le identità e le biografie di questi giovani e la vita quotidiana della comunità anarchica, divisa senza soluzione di continuità tra sfera pubblica e privata. Si propone un approccio che cerca di inserire la storia di questo movimento nel più ampio contesto della storia politica, economica e sociale dei paesi coinvolti e di delineare il ruolo delle istituzioni nella gestione dei movimenti migratori e della presenza degli anarchici, che spesso si spostavano da un paese all'altro. Ne emerge l'immagine di un movimento in costante metamorfosi e radicalmente transnazionale che, pienamente inserito nei progetti politici delle istituzioni e nelle dinamiche della società del tempo, ha lasciato una impronta culturale destinata a stimolare i dibattiti coevi e futuri sui diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, ma anche, e più in generale, degli uomini e delle donne.